Streaming Online, da emule alla iptv

Streaming Online, da emule alla iptv

Da sempre, quando parliamo di pirateria, il mio ricordo si posa sulle vecchie tessere clonate della Tele+, un ricordo ben nitido perché da ragazzo tutti avevano o conoscevano qualcuno che poteva procurarti una tessera che ti garantiva la tua televisione satellitare “gratis”.

Poi, l’arrivo di internet veloce ha modificato sostanzialmente anche il mondo della pirateria che di corsa si è spostata online, dove sono nati moltissimi siti web di streaming online e moltissimi servizi per il download come utorrent, il corsaro nero e altri.

Tra Emule, Torrent e siti di streaming l’utente non pagante ha passato mediamente 10 anni di totale libertà essendo tutti servizi “gratis” e molto difficilmente rintracciabili  se non per i relativi gestori dei portali che infatti negli ultimi anni rimbalzano da server in server con una velocità davvero impressionante, basti pensare a Rojadirecta che come spiegato in questo articolo, continua quotidianamente a essere disponibile su indirizzi diversi per riuscire a fornire il proprio servizio di trasmissione delle partire a pagamento in maniera del tutto gratuita.

Tutta questa illegalità però sembra nulla di fronte all’avvento delle iptv, una vera e propria mannaia sulla testa delle case di produzioni e a chi detiene i diritti delle televisioni.

Sulla iptv viene principalmente trasmessa tramite “liste iptv” dei canali a pagamento grazie ad un abbonamento mensile ad un prezzo ridicolo.

La legislazione attualmente condanna aspramente tutta la formula di canali iptv e altre forme di canali in streaming, mentre gli utenti che utilizzano queste liste iptv cercano di pararsi nella difesa nel momento della fruizione dei canali che già normalmente sono fruibili in chiaro sui siti dei vari canali televisivi, questo però ovviamente non deve essere una scusante nel momento che installiamo sul nostro media center anche canali pirata e/o illegali.

Iptv, a che punto siamo?

L’iptv è sulla cresta dell’onda da pochi anni, ne ha avuto un grosso risalto sicuramente dopo il controverso servizio delle iene sul “pezzotto” che trovate a questo link.

Il pezzotto non è nient’altro che un media center dove sono state installate delle add-on che ci consentono di visualizzare dei programmi televisivi o film dei quali non abbiamo sicuramente diritto, tutto questo in barba ovviamente alle leggi.

Uno dei media center più famosi è ovviamente “Kodi” questo media center ci consente di riprodurre le famose liste iptv per riuscire a raggiungere i nostri canali a pagamento che abbiamo acquistato da un fornitore illegale.

Essenzialmente esistono liste che ci possono fornire tutti i canali a pagamento che vogliamo, di qualsiasi operatore e di qualsiasi piattaforma, questo grazie ai server pirata che offrono il loro segnale ai compratori che cercano il loro canale preferito.

L’acquisto di queste liste avviene in grossa parte tramite canali telegram che dopo il pagamento forniscono il link per scaricare la lista e poter usufruire dei canali in streaming.

Iptv, solo gioie e niente dolori?

Sembrerebbe molto semplice come servizio ma come tutti i servizi “illegali” ha sicuramente dei grossi rischi che sono significativamente maggiori rispetto al download dei contenuti su utorrent o alla fruizione dei contenuti su siti di streaming, perché ci sono più rischi con l’iptv?

I rischi che incorriamo nell’utilizzo dei canali iptv non provengono dalla vera e propria fruizione dei canali, ma direttamente dal metodo di pagamento che utilizziamo per usufruire di questi servizi, infatti molte liste iptv al momento dell’acquisto utilizzano come metodo di pagamento la carta di credito o addirittura un account paypal.

Di questi pericoli ne avevano parlato anche le iene in questo servizio andato in onda qualche mese fa, da quel servizio scaturirono diversi arresti e sequestri, segno che i controlli ci sono e sono incessanti.

Una grossa contraddizione, infatti, nel momento della fruizione di un servizio illegale è il pagamento tramite metodi sicuramente rintracciabili e infatti grazie a questa magagna che le forze dell’ordine riescono a rintracciare i fruitori nel momento del sequestro dei server che diffondono gli streaming illegali.

Quindi il grosso rischio della fruizione dei canali iptv rimane sicuramente nei metodi di pagamento che vengono utilizzati per acquistare il servizio. Le sanzioni per i trasgressori partono dai 1500 euro per la prima volta e con cifre molto più alte nel caso della reiterazione del reato.